Ferrari 360 Challenge: emozioni pistaiole su strada

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Ferrari 360 Challenge: emozioni pistaiole su strada

Gennaio 14, 2022 / Comments 0 / Ferrari
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STORIA

La fine del millennio nel 1999 e l’arrivo del nuovo secolo con l’anno Duemila, portano una ventata di nuove idee e stili. Si chiudeva un’era se ne apriva un’altra diversa, con forme inedite e pensieri concettuali fino a quel momento inesplorati. Una mini-rivoluzione che coinvolge anche il settore automobilistico e dunque anche Ferrari, da sempre in grado di distinguersi; un evento importante, che meritava un nuovo prodotto, un mezzo nuovo, rivoluzionario. Un veicolo che avrebbe dovuto incarnare tutti quei concetti e quelle idee innovative che proprio con l’avvio della nuova era stavano per esplodere in tutte le loro forme, un rinnovamento della Rossa rimanendo però fedeli alla tradizioni. Un intento complesso, che solo nella casa del Cavallino  potevano attuare.

E’ così che nasce la Ferrari 360, un’auto sportiva prodotta tra il 1999 e il 2004 in tre modelli: Modena, Spyder e Challenge Stradale.

 

A Maranello vorrebbero replicare il successo delle sportive con motore V8, ovvero la 308 e la F355. La nuova creatura concepita dagli ingegneri dovrà montare lo stesso propulsore, ma con caratteristiche tecniche differenti. Dal punto di vista dello stile, la supercar in rosso del nuovo millennio rappresenterà l’inizio di una nuova strada. Un nuovo percorso intrapreso insieme a una garanzia del settore come Pininfarina.

 

La berlinetta sfornata da Maranello viene presentata al Salone di Ginevra 1999. Piccola, scattante e sportiva. Colpiscono subito gli esterni. La vettura infatti non presenta le classiche linee della precedente F355. Ha un motore a trazione posteriore, come altre sportive Ferrari, ma è la prima Rossa a sfoggiare il telaio completamente in alluminio, che la rende più leggera del 28 % della 355, nonostante fosse più grande. Non ci sono più i fanali anteriori a scomparsa, rimpiazzati da quelli a vista con in più un nuovo impianto d’illuminazione. Il V8, che ha 5 valvole per cilindro, viene dotato di una cilindrata aumentata, rispetto alla 355.

Le sue caratteristiche rendono la 360, lanciata nella sua versione base con il nome di Modena, un esempio da seguire ancora oggi per tutte le supercar moderne.

 

Già nel 2000 viene realizzata la versione Spyder. Elemento peculiare è il fatto che il V8 è visibile dal lunotto posteriore. Il tetto, in tela, è ripiegabile elettronicamente, mentre viene messa a disposizione dei clienti il cambio F1, direttamente derivato dalle monoposto su cui in quegli anni sfreccia Michael Schumacher.

A beneficiare di una Spyder tutta sua è però Luca Cordero di Montezemolo, in quegli anni presidente del Cavallino, che per il suo compleanno riceve da Gianni Agnelli una 360 Barchetta F1, di colore Grigio Alloy, versione realizzata in un unico esemplare.

360 CHALLENGE STRADALE

Il legame della 360 con lo sport non finisce qui, nello stesso 2000 infatti la vettura viene scelta per gareggiare nelle varie competizioni.

Ed è cosi che nel 2003 arriva l’ultima versione, la Challenge Stradale, appositamente realizzata per quei clienti che vogliono rivivere sulla strada le emozioni della corsa in pista, ovviamente con i dovuti accorgimenti. Il nome deriva dalla partecipazione al campionato monomarca Ferrari, ma la macchina arriva a gareggiare anche nelle gare FIA e a correre alla 24 Ore di Le Mans.

È proposta in versione coupé come la Modena, ma viene dotata di elementi che si trovano nelle auto da competizione. Esternamente la Challenge Stradale si caratterizza per i paraurti, minigonne e cofano posteriore di disegno specifico, e la tipica fascia longitudinale tricolore incastonata in una riga bianca.

I dischi dei freni sono costituiti in materiale composito, carbonio e ceramica, due aperture laterali sono inserite nel paraurti anteriore,  e le minigonne sono messe in maggiore risalto. Il cofano viene alzato e ribassato l’assetto di 15 mm. Vengono inoltre montati cerchi  specifici Challenge da 19 pollici. Gli specchietti retrovisori sono più piccoli e in fibra di carbonio, materiale utilizzato anche nelle finiture dell’abitacolo e nei gusci dei sedili rivestiti in alcantara.

Internamente l’auto si presenta piuttosto minimale, rispettando l’imprinting della sorella da corsa: sedili avvolgenti, cinture a quattro punti, estintore brandeggiabile e palette al volante in carbonio.

 

La presenza del carbonio e di altri materiali leggeri come il titanio alleggeriscono inoltre il peso della vettura sceso a kg 1.180,  Dal punto di vista delle prestazioni, la Challenge Stradale fa parlare di sé con i suoi 425 CV. Anche il famoso cambio F1 viene velocizzato, da 200 millisecondi (quelli della Modena) a 150.

Tutte caratteristiche che consentono di centrare l’obiettivo prefissato: quello di regalare al guidatore le sensazioni che solo un’auto da competizione riesce a dare, utilizzandola oltre che in pista anche su strada, garantendogli un piacere di guida tipicamente “pistaiolo” e facendolo sentire come al Circuit de la Sarthe di Le Mans.

 

Il modello Challenge Stradale è particolarmente importante per la storia del marchio di Maranello, in quanto capostipite dei modelli successivamente prodotti: la F430 Scuderia; la F458 Speciale e la 488 Pista, tutte versioni per uso stradale del modello impiegato nel campionato Ferrari Challenge.  Se infatti le 348 Challenge era una normale 348 a cui veniva installato un Kit di preparazione, la 355 Challenge venne costruita appositamente per le competizioni, ma non ne derivò mai un modello stradale.

 

Nel 2004 la Ferrari 360 esaurisce il suo ciclo. A sostituirla è la F430 che prende ispirazione, sia nello stile sia nelle caratteristiche, proprio dalla 360. È solo la prima di una lunga serie di supercar che nel loro sviluppo guarderanno alla storia della Modena e della Challenge Stradale.

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